Il mondo del credito, perlomeno negli ultimi dieci anni, si è costantemente evoluto, riuscendo a fornire ai consumatori un numero crescente di opzioni. Se fino a qualche anno fa l’accesso era, di fatto, impedito a coloro che erano segnalati nella CRIF o sul bollettino dei protesti, oggi anche queste figure possono, in alcuni casi, contrarre un prestito. Ed in alcuni casi, oltretutto, senza la presenza di un garante.
I cosiddetti “prestiti per protestati”, infatti, prevedono di norma la presenza di un garante solvibile e senza alcun tipo di segnalazione pregressa. Se si percepisce una busta paga e si possiede un contatto di lavoro a tempo indeterminato, questi soggetti possono accedere al credito tramite una tipologia di prestito che qualunque cittadino può sottoscrivere: la cessione del quinto dello stipendio.
In cosa consiste la cessione del quinto dello stipendio
Sottoscrivendo questo prestito la garanzia, seppur indirettamente, è fornita dal datore di lavoro, che, per quanto ovvio, deve firmare tutti i documenti relativi alla pratica di finanziamento del proprio dipendente. La cessione del quinto, d’altro canto, differisce da un tradizionale finanziamento essenzialmente per un aspetto: la modalità con la quale viene trattenuta la rata.
L’ammortamento di un prestito personale, infatti, prevede che la rata mensile venga addebitata sul conto corrente del contraente, col rischio, in alcuni casi, di non poter far fronte al pagamento puntuale della rata, che implica l’ulteriore aggravio di oneri economici oppure, nell’ipotesi peggiore, dell’iscrizione nella CRIF per qualche rata tardivamente pagata.
Situazioni certamente non piacevoli, che la cessione del quinto, tuttavia, può mandare definitivamente in soffitta. Questo particolare prestito, infatti, prevede che l’addebito delle rate avvenga automaticamente in busta paga, che verrà accreditata al dipendente diminuita dell’impegno mensile da dover riconoscere alla finanziaria. Addio, quindi, a qualsiasi mancato o tardivo pagamento delle rate.
Come dice la parola stessa, la cessione del quinto consente di trattenere una rata in misura non superiore al 20% dello stipendio percepito (1/5). L’importo che verrà erogato, di conseguenza, sarà strettamente correlato alla rata che potrà essere trattenuta in busta paga. E questo aspetto deve essere tenuto in forte considerazione da parte del richiedente, che non potrà in alcun modo sottoscrivere un prestito che prevede la trattenuta di una rata superiore al 20%.
Come inoltrare una richiesta di cessione del quinto dello stipendio
Un altro elemento di forte appeal, inoltre, riguarda un tema alquanto delicato e complesso che qualsiasi cittadino, in qualunque ambito della propria vita, tende a tutelare nel miglior modo possibile: la privacy. Rientrando nella categoria dei prestiti non finalizzati, la cessione del quinto non obbliga il contraente a dichiarare il motivo per il quale avanza la richiesta, a differenza, invece, di quanto avviene nella maggior parte dei prestiti personali, dove spesso la richiesta dev’essere supportata da un’adeguata documentazione giustificativa.
Non c’è da stupirsi, di conseguenza, se un numero crescente di nostri connazionali opti per questa soluzione, che è sempre sottoscritta in abbinamento ad una polizza assicurativa in grado di tutelare il contraente all’accadimento di alcuni determinati imprevisti, come premorienza, invalidità permanente o perdita temporanea del posto di lavoro.
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Per inoltrare una richiesta di cessione del quinto, devono essere presentati i seguenti documenti: codice fiscale (tessera sanitaria); documento d’identità in corso di validità; ultime due/tre buste paga; ultimo CUD disponibile; permesso di soggiorno per i cittadini extracomunitari; certificato di stipendio (rilasciato dal proprio datore di lavoro) o dichiarazione di quota cedibile dei pensionati.